22 Lug 2024
A Franco Causio il Premio Fedeltà dello Sport dedicato al ricordo di Gigi Simoni
Da un principe a un… barone. Dopo Alberto Cerruti, il principe dei giornalisti sportivi con otto mondiali e sei europei da inviato della Gazzetta dello Sport, va al barone Franco Causio, leggenda della Juve e della nazionale campione del mondo con gli azzurri nel 1982, la targa dedicata al ricordo di Gigi Simoni, il gentleman della panchina, nella serata di gala del premio Fedeltà allo Sport che da 25 anni si tiene la sera del primo lunedì di giugno all’Hotel Country sulla via Pesciatina a Gragnano di Capannori in provincia di Lucca. La sera del 3 giugno sul palco -allestito all’interno del salone con 250 ospiti selezionati da tutta la provincia di Lucca- l’organizzatore e presentatore dell’evento Valter Nieri ha accolto Leonardo Simoni, osservatore della prima squadra dell’Inter e figlio del grande tecnico che portò la Beneamata al primo successo Europeo di Massimo Moratti con la Coppa Uefa conquistata nel 1998 al Parco dei Principi di Parigi, Alberto Cerruti e il giornalista de Il Tirreno, Luca Tronchetti, che hanno svelato il nome del vincitore del premio. E sulle note di “We are the Champions” il popolare Brazil con in mano una coppia della Coppa del Mondo. Causio, che ha avuto l’onore e il privilegio di giocare la leggendaria partita a scopone sull’aereo presidenziale con Sandro Pertini, prima di salire sul palco ha firmato decine e decine di tifosi con raffiche di selfie. Causio, che ha ricevuto anche l’ambita “Sfinge d’oro” emblema del premio, nel ricevere la targa dalle mani di Leonardo Simoni ha ricordato il rapporto che lo legava al grande allenatore recordman delle promozioni dalla B alla A: “Sono arrivato alla Juventus proprio nella stagione 1967-68 l’anno in cui Gigi Simoni ha indossato la casacca bianconera. Io ero un ragazzino alle prime armi e nella partitella del giovedì incontravamo quelli della prima squadra. Simoni, come me, aveva il numero 7 sulla maglia. Tra noi c’erano dieci anni di differenza, ma lui era prodigo di consigli con noi del settore giovanile. Aveva modi signorili e un’innata educazione. Ricevere questo premio dalle mani del figlio mi riempie di soddisfazione. Durante la carriera ci siamo incrociati diverse volte io in campo e lui sulla panchina del Genoa e ogni volta, al di là del risultato, ha dispensato sorrisi e strette di mano. Perché l’educazione e l’etica dello sport era insita nel suo dna. Un esempio da seguire per le giovani generazioni”.
Alla manifestazione c’erano anche Ivano Bordon, campione del mondo nel 1982 come riserva di Zoff e allenatore dei portieri azzurri nel 2006 oltre a mito nerazzurro, l’ex stopper della Juventus, Sergio Brio, l’ex portiere della Fiorentina e dell’Inter oltre a vice di Max Allegri, Marco Landucci, l’attuale team manager del Torino, Alessandro Andreini. Alla kermesse che si è conclusa a mezzanotte in rappresentanza del ciclismo c’erano Ivano Fanini, per quasi 40 anni patron di una squadra professionistica, il super campione (due Giri, un Tour e una Vuelta) Vincenzo Nibali, siciliano d’origine toscano d’adozione a cui è andata, il grande sprinter Alessandro Petacchi ( attuale voce tecnica della Rai al Giro d’Italia), Claudio Golinelli (vincitore di tre campionati del mondo su pista in maglia Fanini), Roberto Amadio e il presidente della Federciclismo provinciale, Pierluigi Castellani. Volley, pattinaggio, judo erano rappresentati rispettivamente da Simona Rinieri, schiacciatrice dell’unico campionato del mondo femminile vinto dall’Italia a Berlino 2002. A lei la Sfinge d’oro e stesso riconoscimento a Giulia Quintavalla, la cecinese del judo, l’unica ad aver vinto l’oro olimpico nel 2008. Grande emozione per i 16 titoli mondiali della campionessa di pattinaggio artistico a rotelle, Rebecca Tarlazzi. A presenziare alla manifestazione il presidente onorario e atleta ipovedente Stefano Gori e quello del Coni Toscana Simone Cardullo.