17 Giu 2023

Il 1° Premio “Gigi Simoni alla memoria” va al giornalista Alberto Cerruti

Un riconoscimento speciale dedicato a Gigi Simoni è stato istituito per la prima volta nell’ambito del Premio Fedeltà allo Sport giunto quest’anno alla 24esima edizione e che si è tenuto come sempre all’Hotel Country a Gragnano di Capannori con oltre 300 persone che hanno assistito entusiasta alla manifestazione che premia i campioni dello sport. Gigi Simoni, un allenatore signore e un signor allenatore, che in passato ha ricevuto per i suoi indiscussi meriti sportivi la Sfinge d’Oro, la targa assegnata ai vincitori, è rimasto nel cuore degli appassionati e così dall’edizione del 5 giugno 2023 ogni anno verrà assegnato un premio in ricordo che sarà consegnato dal figlio Leonardo, premiato nell’edizione del 2022 e da tre stagioni osservatore all’Inter, alla presenza di Monica Fontani, già giornalista e moglie del mister. Il primo vincitore è stato il giornalista Alberto Cerruti legato al tecnico gentiluomo da stima e amicizia. Alberto Cerruti è una della firme più importanti e autorevoli della carta stampata. Scrive per la Gazzetta dal 1974, è stato al seguito della Nazionale per oltre trent’anni e inviato a sette Europei e otto Mondiali (un record), compresi quelli vinti dall’Italia di Spagna ’82 e Germania 2006. Un giornalista “vecchio stampo” abituato a macinare chilometri verificando di persona e con scrupolo ogni notizia in un mestiere che oggi sta cambiando pelle. Una penna precisa, puntuale, autorevole, pronta a raccontare le imprese di Milan, Inter o degli azzurri con occhio attento senza risparmiare critiche. In questi anni è ospite fisso alla trasmissione radiofonica di approfondimento del lunedì Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1. Frequenti i suoi interventi nei vari speciali sulla nazionale del 1982 andati in onda in questo periodo su Sky così come sono memorabili le sue interviste a campioni in campo e in panchina. Chiamato sul palco dal conduttore della serata, Valter Nieri, Cerruti, oltre alla Sfinge d’Oro, ha ricevuto dalle mani di Leonardo Simoni la targa tricolore che ricorda il gentleman della panchina. Un momento commovente con il grande cronista che ha ricordato l’incontro con il Signore della panchina avvenuto quando il tecnico guidava il Genoa e improntato sempre sulla cordialità, l’ironia e la correttezza dell’allenatore più vincente della storia della Serie B. Ed è stato bello per il giornalista milanese ritrovare Simoni all’Inter e poi, su richiesta degli autori della biografia “Simoni si nasce”, scrivere la bella prefazione a un libro di oltre trecento pagine in cui si ripercorre la vita di un maestro di calcio. Quella del 5 giugno è stata una parata di numeri 1. Campioni nella più alta e nobile accezione del termine. Perché il campione è chi eccelle in una disciplina sportiva, ma al contempo difende con energia una causa nobile. Il campione deve essere umile, stare vicino a quella gente che lo acclama e lo prende a esempio e modello identificandosi con lui. E sul palco sono saliti personaggi che hanno fatto la storia, ma anche e soprattutto persone vere che con rispetto e riguardo si sono fermati con gli oltre 300 ospiti della serata di gala per dispensare sorrisi, strette di mano, autografi e selfie. Quella comunità che si è riunita per vedere da vicino, stringere la mano o scattare una foto a chi ha ammirato sul piccolo schermo, allo stadio, nei palazzetti o per le strade di tutta Italia, non è rimasta delusa. Quegli eroi non erano, come quelli attuali, lontani e irraggiungibili. Erano lì in carne e ossa pronti a ringraziarli e scambiare due parole con loro. Per far felici le persone a volte basta davvero poco. Giovanni Malagò, capo indiscusso del Coni e figura di riferimento dello sport italiano e mondiale, si è mischiato a questa piccola folla con grande partecipazione. Rimanendo tutta la serata e restando piacevolmente impressionato dal popolo del Premio Fedeltà allo Sport.

Eppoi ecco la Sfinge d’Oro per Gianluca Pagliuca, il portiere dell’Inter di Simoni che il 25 maggio 1998 al parco dei Principi di Parigi alzò al cielo, in quanto capitano di quella serata, la Coppa Uefa primo trofeo dell’era Massimo Moratti. Il portierone, specialista nel parare i calci di rigore (31 su 90) ha ricevuto un’autentica ovazione così come Filippo Galli, il difensore del Milan di Sacchi che con i rossoneri ha vinto 17 trofei. Lo Squalo Bianco con signorilità e gentilezza ha dispensato strette di mano e foto ai suoi tanti estimatori. Commovente poi l’abbraccio con Gibì Baronchelli che non aveva riconosciuto a causa dell’incipiente calvizie: «Sono stato un tuo grande tifoso: al mare avevo la pallina con la tua foto». Umile il corridore che negli anni Settanta è stato una sorta di eterno secondo con due piazze d’onore al Giro d’Italia e quel secondo posto al Mondiale battuto da l’asso pigliatutto Bernard Hinault. Statuaria e spigliata la campionessa del volley Tai Aguero capace di vincere mondiali ed europei mettendo d’accordo Italia e Cuba. Premiati per il ciclismo anche il presidente federale Dagnoni e gli ex corridori Della Santa e Bendinelli – con patron Ivano Fanini sempre in prima fila e animatore della serata _ oltre alla giovanissima Elena Massa stellina della ginnastica ritmica. Una serata da incorniciare con tele Granducato e Massimo Marini, cantore del Pisa e grande amico ed estimatore di Gigi Simoni, che ha fatto collegamenti in diretta e Noi Tv con Guido Casotti che ha dispensato domande a tutte le star della serata.


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