13 Giu 2023
Presentato a Sesto Fiorentino “Volare libero” la biografia di Gianluca Pagliuca
Il 6 maggio scorso in occasione dei 25 anni della conquista della Coppa Uefa da parte dell’Inter di Gigi Simoni, il club nerazzurro di Sesto Fiorentino ha organizzato a Poggio alla Selva di Calenzano una cena per presentare il libro biografia di uno dei più grandi portieri della Beneamata, Gianluca Pagliuca. “Volare libero” è il titolo dell’opera scritta a quattro mani con Federico Calabresi dove il portiere racconta la sua vita fatta di sacrifici dalla prima esperienza alla Ceretolese sino alla chiamata della Sampdoria e l’approdo all’Inter dove si consacra come uno dei portieri più forti di sempre. E proprio Pagliuca, capitano nel 1998 al Parco dei Principi e il primo ad alzare al cielo la Coppa Uefa, si è raccontato ai cento sostenitori che hanno partecipato all’evento in rappresentanza degli Inter club di Sesto Fiorentino, Capannori, Chiesina Uzzanese, Casalguidi, Prato, Arezzo, Montepulciano e i due fiorentini “Massimo Moratti” e “A Giacinto”. Alla manifestazione erano presenti Monica Fontani moglie di Simoni e il figlio Leonardo attuale osservatore dell’Inter che ha parlato a lungo della figura paterna e dell’amore dei tifosi per il mister gentiluomo. Proprio Leonardo Simoni ha parlato della sua esperienza in giro per gli stadi d’Europa – dalla Francia alla Germania, dalla Spagna all’Inghilterra, dal Portogallo alla Polonia – alla ricerca di giovani talenti da porre sotto la lente d’ingrandimento per la prima squadra dell’Inter: “Sono orgoglioso di far parte di una società come l’Inter che per mio padre ha rappresentato il punto più alto di una carriera importante e ricca di successi. L’affetto dei tifosi verso Gigi Simoni lo riscontro tutti i giorni perché la gente, nonostante mio babbo ha allenato la Beneamata un lasso di tempo inferiore ad altri tecnici, non lo ha mai dimenticato e lo ricorda, assieme a quella squadra che aveva in Ronaldo il Fenomeno la sua punta di diamante, con grande trasporto. Da parte mia cercherò di essere all’altezza del compito che mi è stato affidato. Ogni volta che entro in uno stadio – dal Parco dei Principi dove l’Inter di papà ha vinto la coppa Uefa, al Ferraris di Genova dove ha trascorso dodici anni della sua vita sportiva prima come calciatore e poi come tecnico _ riesco a sentirmelo vicino e rivivere le emozioni che lui ha vissuto in quei momenti”.
Gianluca Pagliuca ha raccontato la sua esperienza con Simoni: “L’ho incontrato per caso prima dell’inizio della stagione 1997-98. Eravamo in vacanza in barca e da lontano scorgo una persona che mi saluta con la mano. Era Simoni, bolognese come me e di cui tutti i compagni che avevo avuto mi parlavano in termini entusiastici. Mi tuffai e raggiunsi a nuoto la sua barca. Conversammo un po’ e già lì mi fece una bella impressione. Confermata nel corso della stagione. Non tragga in inganno il suo sorriso bonario: Gigi era uno che si faceva rispettare nello spogliatoio. Metteva delle regole a cui tutti dovevano adeguarsi. E a chi sgarrava non faceva sconti. Quella squadra era una grande famiglia e sono sicuro che, senza quell’assurdo esonero dopo aver superato il primo turno di Champions battendo il Real Madrid a San Siro, ci saremmo tolti grandi soddisfazioni e avremmo regalato ai tifosi nerazzurri altri trofei. Ricordo come fosse oggi il giorno del suo esonero. Era lunedì e mi trovavo in una barberia di Bologna quando mi arriva una telefonata di Facchetti che mi dice di rientrare subito a Milano perché il presidente Moratti stava per esonerare Simoni. Mi precipitai pigiando a tavoletta sull’acceleratore. Io, Bergomi, Simeone e qualche altro senatore cercammo in tutti i modi di dissuadere il patron da quello che ritenevamo un grave errore. Ma non ci fu nulla da fare. Venne Lucescu, ma nell’aria c’era già il sentore che a fine stagione sarebbe arrivato Lippi. Figurarsi, io ero quasi venuto alle mani con lui l’anno prima nel sottopasso a Torino al termine di quella partita rimasta nella storia per il clamoroso rigore non assegnato a Ronaldo. Ricordo che sulla lavagna dello spogliatoio scrissi i nomi dei sicuri epurati: io, Simeone e Bergomi. E fui facile profeta. A distanza di tempo, Moratti ha riconosciuto l’errore. Peccato perché potevamo aprire un ciclo”. Al termine della serata l’ex portiere nerazzurro si è fermato per autografare i libri che i tifosi hanno acquistato con grande piacere.