Il 22 gennaio tutti gli sportivi appassionati del calcio vero – quello lontano dagli isterismi e dagli scandali che hanno ridotto questo sport nello stato in cui oggi si trova – hanno festeggiato gli 86 anni di Gigi Simoni, un signor allenatore e un allenatore signore, che continua ad essere amato e rispettato per la sua grande umanità, la serietà, l’equilibrio e la competenza che ne hanno fatto il vessillo di un calcio onesto e pulito. Un uomo, prima ancora che uno sportivo, semplice e genuino sempre vicino ai suoi giocatori che lo hanno considerato padre e maestro e incapace di issarsi su un piedistallo neanche quando, dopo tanta gavetta e tante vittorie (7 promozioni dalla B alla A record difficile da battere per chiunque), ha guidato l’Inter, uno dei grandi club in Europa e nel mondo, e allenato il brasiliano Ronaldo, uno dei più grandi calciatori della storia. In questo giorno speciale la sua famiglia, il figlio Leonardo, che gli somiglia come una goccia d’acqua e non solo grazie ai tratti somatici ma anche per educazione, stile e l’inimitabile sorriso rassicurante, e la moglie Monica fedele e devota compagna di vita, innamorata come il primo giorno, festeggiano l’inarrivabile e straordinario Gigi con la solita torta. Non è cambiato nulla, la famiglia Simoni si tiene ancora per mano e prosegue il viaggio della vita. Ma a festeggiarlo sono anche i club che hanno avuto il piacere di annoverarlo tra le sue fila, i tanti calciatori allenati e i tifosi delle varie squadre che lo hanno conosciuto e apprezzato per le sue doti umane e professionali. Sul suo sito, oltre a un filmato che ricorda i momenti più belli dei quasi 18 mesi trascorsi sulla panchina della Beneamata, l’Inter gli rende omaggio: “Scomparso il 22 maggio 2020, Simoni arrivò sulla panchina dell’Inter nel 1997: un bravissimo allenatore, capace di plasmare un gruppo tra i più significativi della storia nerazzurra, quello che alzò al cielo di Parigi la Coppa UEFA 1997/98 grazie ai gol in finale di Zamorano, Zanetti e Ronaldo. Una squadra guidata con passione e umiltà dal suo tecnico, considerato come un padre e un maestro dai suoi ragazzi. Oggi, nel giorno in cui Simoni avrebbe compiuto 86 anni, il suo ricordo si fa ancora più vivo, perché il suo calcio, i suoi valori e il suo sguardo gentile rimarranno per sempre”. Non è da meno la Cremonese, la squadra che lo ha eletto allenatore del Novecento, che il tecnico di Crevalcore portò in A (dove rimase tre stagioni, record nella storia del club) conquistando a Wembley contro il Derby County il trofeo anglo-italiano. Si legge sul sito dei grigiorossi, dove scorre un filmato con titoli dei quotidiani e immagini dei suoi successi nella città del Torrazzo: “Quando si parla di allenatori transitati da Cremona in quasi 120 anni di gloriosa storia, il primo nome che balza alla mente è certamente quello di Gigi Simoni. Mister per antonomasia della Cremonese, è stato al timone della squadra negli anni d’oro del club, portando i grigiorossi nell’Olimpo del calcio italiano e persino europeo. Oggi avrebbe compiuto 86 anni, gli dedichiamo un ampio spazio per le imprese compiute dalle nostre parti, guidando i nostri colori ricoprendo più ruoli. Gigi aveva il cuore grigiorosso, Gigi è stato il mister della Cremonese. Persona umile, un vero signore, un galantòmm d’altri tempi. Arrivò a Cremona nel 1992, con all’attivo 5 promozioni in A e un campionato vinto a Carrara in C. Al primo anno vinse subito l’Anglo-Italiano, il maggior trofeo nella storia grigiorossa, ed ottenne il salto in massima serieIl meglio doveva ancora venire, però. Perché la Cremonese con Simoni in panchina ottenne nei 3 campionati successivi 2 brillanti salvezze retrocedendo al terzo anno, nel 1996. Mai erano state toccate vette così alte e Simoni venne ricompensato vincendo il premio di Allenatore dei sogni nel 1994. Addirittura la Cremonese, nel 1993-94, vinse all’Olimpico contro la Roma e arrivò prima dell’Inter in classifica. Negli anni successivi i grigiorossi fermarono tutte le grandi, dal Milan di Capello alla Juve di Baggio, dall’Inter di Ruben Sosa al Parma di Tanzi. Erano gli anni d’oro dei grigiorossi, diventati habitué della massima serie. Simoni lanciò giocatori come Chiesa e Tentoni facendo esprimere tutti i propri calciatori al massimo per ottenere il risultato migliore. Nel 1996 lasciò Cremona e iniziò un peregrinaggio più o meno fortunato tra l’Italia e l’Europa. Ma come si sa certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. E il ritorno si manifestò in due tappe. La prima nel 2003, nell’anno del Centenario, quando fu nominato miglior allenatore nella storia della Cremonese. La seconda, dieci anni dopo, quando nel ruolo di direttore tecnico tornò in grigiorosso. Rimase in questo ruolo per un anno e mezzo per poi diventare presidente della squadra per due anni, fino al 2016. La morte è datata 22 maggio 2020 ed è stato uno dei momenti più tristi della storia grigiorossa. Giocatore, allenatore e leggenda del calcio italiano: oggi avrebbe compiuto 86 anni”. Tra i tanti calciatori che lo ricordano con affetto e nostalgia balza agli occhi il post di Bruno Conti, campione del Mondo con l’Italia di Bearzot nel 1982 in Spagna, bandiera della Roma e vincitore di un campionato cadetto con il Genoa guidato da Gigi Simoni: “Mi hai voluto nel Genoa dalla Primavera della Roma con i tifosi scontenti commentando che ero piccolo e gracilino, ma tu hai sempre creduto in me. Grazie a te ho raggiunto questi traguardi. Buon compleanno GIGI. Sempre nel mio cuore”. Un testo in cui campeggiano le foto di Conti con la casacca rossoblù del Grifone accanto all’aplomb anglosassone di mister Gigi. Infine Sergio Faoro, Pierfranco Cisiano, Lorenzo Odisio e un’altra dozzina di tifosi granata ricordano le quattro stagioni di Gigi con la maglia granata i tempi di Meroni (99 presenze e 21 reti a referto). Il Torino era il suo primo amore e la squadra degli Invincibili la prima tifata da bambino: “Ciao Luigi, la vecchia Maratona non dimentica. Buon compleanno Mister ci ricordiamo di lei. A quei tempi eravamo adolescenti e seguivamo gli allenamenti al l Filadelfia. Nell’arco di una vita ognuno di noi incontra persone in grado di trasmettere serenità e calma. Persone che attraverso un gesto, una parola o una semplice espressione del volto sono in grado di tranquillizzare e di infondere speranza. Gigi Simoni per i tifosi è stato questo e molto altro. E’ stato un autentico cuore granata e ha vissuto con sofferenza la sua breve parentesi sulla panchina del Toro vittima anche lui, come noi tifosi, di una società assente e che di lì a poco ha mostrato il suo vero volto”. Questi alcuni dei post inviati da tutta Italia a dimostrazione, per l’ennesima volta, che “Simoni si nasce”.