30 Mar 2019

Simoni Si Nasce presentato a Vigonovo

Uno sventolare di bandiere nerazzurre in un clima di festa con tanti ex della Beneamata e tanti amici del mister più amato: Gigi Simoni. Una festa indimenticabile quella di sabato 30 marzo a Vigonovo di Venezia per la presentazione del libro-biografia “Simoni si nasce”, oltre 300 pagine di vita e di sport di uno dei personaggi più conosciuti e ammirati del calcio di casa di nostra. Una manifestazione voluta dal comune di Vigonovo in collaborazione con la Proloco locale, il Comitato Biblioteca Civica di Vigonovo e il Caffé Le Logge di Christian Di Bella, titolare del locale e assieme a Luciano Martellato e Alberto Bartolini al vertice del club Orgoglio Nerazzurro, ritrovo dei tifosi e interista sfegatato che ha addobbato il piazzale situato accanto alle logge con i colori sociali: nero come la notte e azzurro come il cielo. Non erano ancora le 18 quando via Leonardo da Vinci, chiusa al traffico per la circostanza, stracolma di tifosi (oltre un centinaio) ha accolto con un’ovazione l’arrivo dell’ex allenatore dell’Inter giunto in Veneto con la moglie Monica Fontani e due degli autori della sua affascinante biografia, Luca Tronchetti e Luca Carmignani. Ad attendere il tecnico gentiluomo, il sindaco di Vigonovo, Andrea Danieletto (supporters nerazzurro), e l’assessore alla cultura, Luisa Sattin, madrina dell’evento che si è svolto nell’ambito del ciclo di incontri “Aperitivo con l’autore”. Dopo l’abbraccio con Christian Di Bella, la cerimonia del taglio del nastro per l’inaugurazione dell’Inter club Vigonovo e l’incontro con gli altri ospiti della giornata: Luigi Sartor, classe 1975, terzino dell’Inter di Simoni che nel 1997-98 vinse la Coppa Uefa, primo trofeo dell’era Moratti, unico calciatore italiano ad aver vinto tre coppa Italia con altrettanti club (Vicenza, Juve e Parma) e giunto appositamente da Parma per rivedere e abbracciare il suo vecchio maestro; Mauro Milanese, classe 1971, difensore di quell’Inter rimasta nella memoria collettiva, voluto da Simoni che lo aveva lanciato a Cremona e portato a Napoli, arrivato Trieste dove oggi svolge il ruolo di dg della Triestina e che partito dalla città giuliana si è fermato per omaggiare il suo allenatore per poi ripartire per Imola dove la sua squadra il giorno successivo disputava una gara di campionato; Dino D’Alessi, classe 1942, originario di Paese (Treviso) e per due stagioni compagno di squadra di Gigi Simoni a Brescia dove assieme vinsero il campionato cadetto nel 1969. A sorpresa tra gli applausi increduli dei presenti è arrivato un altro grande gentiluomo della panchina: Nevio Scala, classe 1947, che fece grande il Parma negli anni Novanta portandolo alla vittoria dalla Coppa delle Coppe, della Coppa Uefa e della Coppa Italia e vincendo anche l’Intercontinentale con il Borussia Dortmund. E l’ex tecnico, oltre che calciatore anche dell’Inter dal 1973 al 1975, ha omaggiato mister Simoni con la sua produzione vinicola: Contame e Gargante. “Ho saputo che Gigi era in zona e ho preso la macchina per venirlo a salutare e regalargli il vino della mia produzione. Lui e io siamo la faccia pulita del calcio” ha detto Scala tra gli applausi scroscianti prima dell’inizio della presentazione, introdotta dall’assessore Sattin: “In oltre 60 anni Simoni ha attraversato il calcio italiano lasciando un segno in ogni ruolo ricoperto. Non ha giocato in nazionale, non ha vinto scudetti eppure è un vincente. Ha accumulato 14 promozioni più di qualunque altro. E soprattutto si è spostato nel tempo con eleganza, stile ed educazione rimanendo sempre se stesso senza scendere a compromessi. Questa biografia è un vademecum per le generazioni future, affinché si ricordino i veri valori su cui è fondato lo sport”. Tanti gli aneddoti e i ricordi con Luca Tronchetti, cronista de Il Tirreno, a introdurre i personaggi e Luca Carmignani che ha mostrato, con l’ausilio di proiettore, le slide con gli auguri al mister per i suoi 80 anni fatte da campioni dell’Inter e della nazionale. Simpatico il siparietto con Gigi Sartor: “Giocai tutte le partite della Coppa Uefa, ma in finale il mister mi fece accomodare in panchina. Per carità, lui è stato uno dei pochi, forse l’unico tecnico, che ti spiegava i motivi di un’esclusione parlandoti con pacatezza e chiarendo ogni dubbio. Ma a me giravano lo stesso. Così decisi a fine stagione di regalargli un cane”. Il dono alla Pinetina subito dopo la vittoria della Coppa Uefa al Parco dei Principi contro la Lazio: “Mister lei non mi ha fatto giocare e io con questo omaggio non le faccio fare le vacanze”. Sorride Simoni che replica: “Devo ringraziare ancora Sartor di quel regalo meraviglioso. A furor di popolo lo chiamammo Taribo, in omaggio a West. Ha scandito la mia vita e quella dei miei cari per 14 anni diventando parte integrante della nostra famiglia. Un dono che porto sempre nel cuore e che mi ricorda quel fantastico gruppo che si era formato all’Inter”. Se per Sartor, Simoni è stato un allenatore speciale, non tanto sul piano tattico, ma quanto sul piano umano, del rispetto e dell’educazione, per Milanese il tecnico gentiluomo è stato un padre: “Sono diventato un calciatore vero grazie a mister Simoni che mi ha voluto prima nella Cremonese, poi nel Napoli e infine all’Inter dove ho conosciuto il vero fenomeno del calcio italiano: Ronaldo. Marcare il brasiliano in allenamento era impossibile. In velocità era incontenibile e nell’uno contro uno non lo fermavi perché fintava da una parte e andava dall’altra. Un ragazzo a cui non potevi non voler bene perché non si comportava come il giocatore più forte del mondo. Era amico di tutti anche di chi, come me, giocava di meno. Penso che quel gruppo avrebbe potuto arrivare lontano se l’anno successivo non ci fosse stato l’esonero del mister e lo smembramento della squadra. Una formazione fatta da grandi professionisti, ma anche da amici veri che aveva come collante Gigi Simoni. La differenza tra Ronaldo e CR7. Il nostro era più genuino. Se si fosse allenato come Cristiano Ronaldo avrebbe giocato sino a 40 anni. Invece gli infortuni lo hanno penalizzato ”. Per D’Alessi, Simoni era già un allenatore in campo: “Lui giocava all’ala e io ero mezz’ala. Un calciatore tecnicamente molto bravo, ma soprattutto tatticamente eccelso. Sapeva leggere la partita prima e meglio degli altri. E poi il comportamento: stile e sobrietà. Mai una parola fuori posto. Con lui ho vinto un campionato di serie B e non ho mai avuto uno screzio. Impossibile averne. Se il 28 aprile del 1998 se n’è uscito con quel “Si vergogni” rivolto all’arbitro Ceccarini è perché il direttore di gara aveva passato ogni limite. Ho sofferto anch’io davanti al video per Gigi. Che meritava quello scudetto per quanto ha fatto nel mondo del calcio”. Al termine le slide con gli auguri di Beppe Bergomi, Ivan Zamorano, Pablo Simeone, Aaron Winter, l’ex capitano del Pisa, Paolo Giovannelli, Enrico Chiesa e il campione del mondo del 1982, Bruno Conti, scoperto proprio da Simoni quanto allenava il Genoa negli anni Settanta. Per finire aperitivo per tutti, autografi e foto ricordo di un’intensa giornata di sport a cui hanno assistito anche tanti adolescenti che hanno ricevuto una lezione formativa conoscendo da vicino un grande personaggio di un calcio ancora a misura d’uomo.