16 Set 2017

Simoni Si Nasce presentato a Belluno

Un autentico bagno di folla sabato 16 settembre per Gigi Simoni in occasione della presentazione ufficiale della ristampa del libro Simoni si Nasce al Centro Culturale di Quero (Belluno) organizzato dall’Inter Club Fener – Massimo Moratti di Alano di Piave (Belluno) presieduto dall’ottimo Andrea Tolaini che ha raggiunto il record di 400 tesserati. Intervistato dal giornalista di Telebelluno, Nicola Maccagnan, il gentleman della panchina ha raccontato con l’ausilio di due degli autori della sua biografia – Luca Tronchetti e Luca Carmignani – i suoi 60 anni di calcio. Lo ha fatto con il consueto garbo e l’ironia che lo contraddistingue. Dagli esordi con la Fiorentina di Bernardini alla consacrazione con il Torino al passaggio sfortunato alla Juventus. E poi la sua splendida carriera di allenatore con sette promozioni dalla B alla A – record assoluto di ogni epoca – sino all’esperienza nell’Inter il punto più alto raggiunto con la conquista della Coppa Uefa, primo trofeo dell’era di Massimo Moratti, e quello scudetto volato via al Delle Alpi in un pomeriggio di aprile per un rigore sacrosanto, di cui si parla ancora oggi a 20 anni di distanza, non concesso per un fallo evidente di Iuliano ai danni del Fenomeno che impedì all’Inter di lottare per quello scudetto finito sulle maglie della Juventus. “Ronaldo è stato il più forte giocatore che abbia mai allenato e forse uno dei più forti che abbia mai visto su un rettangolo verde” ha detto Simoni di fronte ad una platea di oltre 100 persone. L’esonero a sorpresa nel giorno in cui vinse la Panchina d’Oro è stato vissuto come un’ingiustizia. Ma Simoni non porta rancore. “Quando sono andato all’Inter tutti mi dicevano che quella era una piazza difficile, che avrei avuto problemi a non finire. Invece mi sono trovato bene sin dal primo istante. Si è instaurato un feeling che dura tutt’ora con la tifoseria e con quella splendida squadra formata da ragazzi in gamba, da professionisti seri e da grandi calciatori. Da ragazzo tifavo per il Torino, ma l’Inter mi è rimasta nel cuore”. Nella sua visita nel Basso Feltrino, Simoni ha poi brindato con i locali tifosi alla sezione distaccata del bar “Piave” di Carpen gestito da Giuliana Manfroi ed Enzo Curto, interista sfegatato, e infine ha cenato con i soci dell’Inter Club all’hotel ristorante “Tegorzo” di Fener, non disdegnando una capatina al ristorante pizzeria “Al Molin” di Alano per incontrare il supertifoso Paride Spilimbergo. La sorpresa della serata è stato l’incontro – durante la cena sociale – con uno degli oltre settecento calciatori allenati in carriera: Francesco Boito, classe 1960, ex attaccante originario di Ponte nelle Alpi. La punta fu uno dei protagonisti della vittoria del campionato di serie B con il Genoa guidato da Simoni nella stagione 1980-81. Non si vedevano da quasi trent’anni e la commozione è stata autentica sfociata nell’abbraccio dell’allievo al maestro di calcio. “Ho cambiato tante squadre e ho avuto tanti allenatori – ha detto Boito che ha militato, tra le altre, nel Varese, nella Reggiana, nell’Empoli, nel Padova e nel Licata – ma il migliore in assoluto è stato Simoni. Sapeva parlare al cuore e al cervello di noi calciatori. Il mio record di marcature l’ho fatto proprio in quel Genoa perché con Gigi in panchina riuscivo a dare il 110%”. Alla fine della serata la tradizionale lotteria con la maglia numero 1 di Simoni vinta da un piccolo tifoso nerazzurro che non ha perso l’occasione di indossarla seduta stante.