Una pagina Instagram dedicata al ricordo di Gigi Simoni sul sito Calcio Graffiti con una bellissima immagine di Gigi Simoni ai tempi dell’Inter e un testo struggente e particolarmente aderente alla figura del mister gentiluomo. Le parole sono la perfetta sintesi di un’esistenza dedicata al calcio e soprattutto alla valorizzazione dei giovani. E al di là della bravura e della professionalità del tecnico emerge fulgida la figura dell’uomo: l’equilibrio, la bonomia, la capacità di farsi capire senza mai alzare la voce. Un padre, un educatore prima ancora di un allenatore vincente con dieci campionati di vinti in panchina e quattro in campo. Questo il testo struggente dedicato a Simoni da Calcio Griffiti: “Mentre gli altri urlano e si dimenano per imporsi, tu usi la bontà per comandare. Cercando sempre la mediazione e il buon senso. Senza mai prevaricare, senza mai approfittare delle debolezze altrui. Ma credendo nella capacità dei tuoi uomini.
Gigi Simoni era ed è considerato il mago delle promozioni. A peregrinare tra la provincia. A Genova, a Brescia, a Cremona, a Pisa, ad Ancona. E a vincere nella serie cadetta, lì dove il calcio è un mestiere difficile. Sempre con la stessa impostazione, sempre con lo stesso volto rassicurante che induce alla serenità. Che ti conduce alla battaglia con la calma.
E poi finalmente la grande opportunità. L’Inter. Insieme a quello che tutti chiamano “Il Fenomeno”. Perché difficilmente si è visto uno così forte sui campi di calcio. E anche all’Inter punta sul gruppo. Sulla sua coesione. Il Maestro della provincia lotta per lo scudetto. Con una squadra che non fa spettacolo, ma è un gruppo coeso. E con Ronaldo che da solo gioca contro le difese avversarie. Vince una Coppa Uefa, il campionato no. E per una volta perde anche le staffe. Lui che era ed è l’immagine stessa della correttezza. Nella famosa partita del rigore di Ronaldo. Espulso per le vibranti proteste. Quasi irriconoscibile nella sua manifestazione di rabbia.
È stato un uomo giusto Gigi Simoni. Uno che si è meritato il rispetto in un mondo schizofrenico come quello del calcio. Perché rappresentava e lo fa anche oggi a livello ideale una felice eccezione. Quella di un uomo buono al comando.