14 Apr 2019

Simoni Si Nasce presentato a Falcade

Due giornate speciali quelle trascorse da Gigi Simoni sabato 13 e domenica 14 aprile all’Inter Club Agordino Giacinto Facchetti a Falcade in provincia di Belluno al confine con Trento circondato dalle splendide vette Dolomitiche. L’occasione era quella della presentazione del suo libro-biografia dal titolo emblematico “Simoni si nasce”. Accompagnato dalla moglie Monica e dagli autori dell’opera Luca Carmignani e Luca Tronchetti il mister gentiluomo ha raggiunto la splendida località montana dopo un lungo viaggio che ha visto come prima tappa la fermata all’ora di pranzo alla trattoria “Al Pescatore” nel comune di Pederobba (Treviso). Lì, ad attendere il primo allenatore dell’Inter a vincere un trofeo continentale nell’era Moratti, c’erano il mitico Andrea Tolaini, presidente-factotum dell’Inter Club Fener Giacinto Facchetti, di cui Simoni è socio onorario ed è stato gradito e apprezzato ospite nel 2017. Con lui, a fare gli onori di casa, Manorita Ronzani, segretaria dell’Inter Club Cornuda e Tonino Squizzato presidente dell’Inter Club Giorgione di Castelfranco Veneto. Un pranzo piacevole all’insegna dei ricordi e delle speranze rivolte verso un futuro radioso per la Beneamata. Dopo l’abbraccio sentito di Andrea, Monorita e Tonino che hanno invitato il mister nei loro club per nuove iniziative, la comitiva è ripartita alla volta di Falcade dove alle 19.30 c’era l’appuntamento e la cena sociale allo Sport Hotel Cristal di Falcade organizzata in modo perfetto dagli amici dell’Inter Club Agordino “Giacinto Facchetti”. Alla presentazione delle 330 pagine di vita e di sport dedicate ad un maestro del calcio come Simoni c’era l’ultimo suo allievo: Fabio Rossitto, classe 1971, ex mediano di Udinese, Napoli, Fiorentina e Venezia. Nel gennaio 2016 il gentleman della panchina, all’epoca presidente esecutivo della Cremonese, lo chiamò al capezzale dei grigiorossi per cercare di conquistare i playoff. L’impresa non riuscì per un’incollatura, ma come media punti con l’ex centrocampista in panchina la formazione lombarda tenne un’alta media punti maggiore rispetto al suo predecessore. L’abbraccio tra l’allievo e il maestro è stato bellissimo e intenso. Perché Rossitto ha percorso due ore di auto per rivedere uno degli allenatori che più ha ammirato durante la sua carriera. In una sala tappezzata di gigantografie di Simoni in veste di calciatore e allenatore e con oltre 120 persone sedute ai tavoli, Luca Carmignani e Luca Tronchetti hanno presentato la biografia del mister citando aneddoti, statistiche, vittorie, ma soprattutto l’umanità e la professionalità di un tecnico vincente (14 le promozioni conquistate sia da allenatore che da calciatore) che ha costruito la sua carriera tenendo sempre la schiena dritta senza piegarsi alle logiche di procuratori, presidenti padroni e dei vari maneggioni che popolano lo sport. In particolare Luca Carmignani, autore anche di un volume su Calciopoli, è partito proprio dal campionato 1997-98 quello del famoso rigore non concesso all’Inter e a Ronaldo per ripercorrere una stagione che ha visto la Beneamata, e con lei anche mister Simoni e quell’Inter di campioni sul campo e fuori dal rettangolo verde, penalizzata e umiliata da un sistema corrotto (come dimostra la sentenza passata in giudicato) capace di pilotare designazioni e arbitri. Una pagina nera nel calcio italiano che, a distanza di tanti anni, qualcuno ancora si ostina a negare. “Simoni e l’Inter furono le vittime di Calciopoli. – ha detto Carmignani – Non lo dico io, ma lo dice lo stesso ex presidente Figc, Franco Carraro. Lui stesso sostiene che se ci fu un campionato indirizzato riguarda la stagione 1997-98. Il penalty su Ronaldo che Ceccarini non vede è solo la punta dell’iceberg di una stagione dove il dosaggio dei cartellini e i vari episodi furono valutati in modo unidirezionale”. Inutile dire che gli applausi dalla sala sono stati scroscianti e spontanei. Mentre Tronchetti ripercorreva le tappe della carriera luminosa del gentiluomo della panchina, Fabio Rossitto ha lodato il mister di Crevalcore: “Nella mia carriera ho avuto come allenatori Spalletti, Zaccheroni, Guidolin, ma Simoni lo paragono solo a Trapattoni. Ho imparato tanto in quei quattro mesi con cui ho lavorato con lui. E mi dispiace solamente che il tempo a disposizione sia stato breve e che non ho potuto proseguire con Gigi anche la stagione successiva perché decise di smettere. Ma uno come Simoni – capace di trasmettere serenità alla squadra nei momenti delicati, smorzando facili entusiasmi nei momenti di euforia – manca molto in un ambiente come quello del calcio di oggi dove si brucia tutto in un attimo e non si ha la pazienza di attendere. A Simoni sarà sempre grato per l’esperienza che mi ha fatto vivere in quel frangente”. La serata poi è proseguita con la cena sociale, le premiazioni, la lotteria. Gran cerimoniere della giornata il giovane e dinamico presidente dell’Inter Club Agordino Giacinto Facchetti, Andrea Faé, ben supportato dagli ottimi consiglieri Claudio Paganin, Mauro Tibolla, Daniele Cancel, Christian Da Ronch, Matteo e Mario Scussel, che hanno tappezzato la sala di splendide foto e filmati di Simoni e anche di Rossitto, e della famiglia Serafini, titolari dello Sport Hotel Cristal in grado di preparare una cena davvero speciale. Non sono mancate le offerte benefiche e i fondi raccolti per le popolazioni dell’Agordo colpiti da una duplice calamità (l’incendio estivo e il forte vento che nei mesi scorsi ha devastato la vegetazione causando allagamenti e gravissimi danni). Prima che le danze avessero inizio con la musica e l’intrattenimento del grande Cosmo, il presidente dell’Inter Club Giacinto Facchetti ha omaggiato di uno splendido mazzo di fiori la signora Simoni che, tra l’altro, ha vinto alla lotteria un libro sui 110 anni del club nerazzurro. Poi tutti a farsi autografare il libro da mister Simoni che ha stretto decine e decine di mani intrattenendosi a parlare con tutti i commensali. Sarebbe da dire: ottant’anni e non sentirli. Ma le sorprese non dovevano finire. Il mattino successivo dopo aver salutato quella buona e brava gente con i colori nerazzurri nel sangue e aver lasciato un posto dell’anima che resterà scolpito nei ricordi più dolci, ecco che all’ora di pranzo sulla strada del ritorno a casa un’autentica “carrambata”. A Conegliano Veneto il tecnico vincitore con l’Inter della Coppa Uefa del 1998 incontra un ex compagno di squadra che non vedeva da 60 anni!! Si tratta di Sergio Nadal, classe 1937, attaccante delle giovanili della Fiorentina targata Fulvio Bernardini. Cresciuti in quello che all’epoca era il vivaio più florido d’Italia si sono ritrovati grazie anche al gancio del genero di Nadal, l’ex calciatore dilettante Daniele Da Ros. Nadal dopo l’esperienza nella Juniores viola aveva giocato in D nel Vittorio Veneto e poi nel Viareggio dove in un derby con il Pontedera si era rotto il perone. E all’epoca, siamo nel 1961, un calciatore non riusciva a recuperare nonostante l’intervento chirurgico a cui venne sottoposto dal mitico professor Scaglietti di Firenze, un’autorità in materia di articolazioni. Così attaccate le scarpette al chiodo ha allenato il Conegliano Veneto e vinto un campionato di Prima Categoria con promozione in D e ha lavorato per oltre trent’anni alla Zanussi. Simoni, Nadal e il resto della comitiva ha trascorso un’ora e mezzo in un noto locale del centro di Conegliano e nel corso del pranzo i due ex compagni hanno telefonato a Sergio Pini, anche lui nella comitiva fiorentina della metà degli anni Cinquanta, che ha riconosciuto Nadal soltanto quando l’ex trequartista lo ha chiamato “Milord” il soprannome affibbiatogli Sessant’anni fa. Un tuffo al cuore per i protagonisti che si sono scambiati i numeri di telefono giurando di risentirsi presto.